Il Crowdfunding nello sport

Il Crowdfunding nello sport

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Hai mai sentito parlare di crowfunding?

Bene qualora fosse il tuo primo incontro con questo termine o tu non abbia ancora capito bene di cosa si tratta cercherò di spiegartelo in poche righe.

Per crowdfunding s’intende una raccolta fondi che si poggia su una piattaforma internet. E’ rivolta a qualsiasi persona interessata.

In base alla finalità abbiamo due tipi di modelli. Il primo si chiama donation based e si tratta di una raccolta fondi per progetti senza scopo di lucro.

Il secondo modello è chiamato reward based e si basa su una ricompensa non monetaria ( es: un gadget, una lettera di ringraziamento, un incontro con i fondatori del progetto) a fronte di una donazione monetaria.

Negli ultimi anni, privati e imprenditori si sono rivolti al modello reward based per raccogliere fondi per finanziare una serie di imprese a scopo di lucro, come la creazione di musica digitale, film o piccole progetti.

Nel mondo dello sport, il crowdfunding è diventato un popolare veicolo di raccolta fondi in diversi contesti. Squadre sportive dilettantistiche e professionistiche utilizzano il crowfunding per raccogliere fondi e costruire legami con la comunità ed i propri tifosi. Ad esempio, il crowdfunding è stato parte integrante del piano di un neonato campionato di football americano, chiamato A-11 Football League, per la creazione di otto franchigie (N.B di questo campionato non si hanno più notizie dal 2015).

logo A-11 Football League
Logo A-11 Football League

Un ulteriore esempio è la nazionale Irlandese di hockey sul prato che, ottenuta la prima storica partecipazione alle Olimpiadi di Rio 2016, ha deciso di realizzare una campagna di crowfunding chiamata “Obsessed“. Il progetto ha raccolto 225.000 euro, soldi che hanno aiutato la compagine irlandese durante la trasferta brasiliana.

Esiste un terzo tipo di crowfunding chiamato equity crowfunding. Con questo termine si indica il trasferimento di quote di partecipazione di una società (le Equity) a fronte di un investimento realizzato da qualsiasi persona interessata.

Il caso della Virtus Roma

Con il progetto “Nasce la tua Virtus” la società di pallacanestro Virtus Roma è diventata la prima società di basket professionistico italiana a mettere a disposizione a privati o aziende le proprie quote sociali tramite l’equity crowfunding al fine di sostenere le attività di medio lungo termine della società, che vanno dalla creazione di una squadra vincente in Italia e in Europa fino alla realizzazione di progetti riguardanti la sostenibilità e l’impegno nel sociale.

Nasce la tua virtus

Prendendo come esempio il progetto della società romana, vediamo come funziona l’equity crowfunding. Esistono 3 pacchetti suddivisi in 3 tipi di categorie:

  • categoria A è per quelli che vogliono fare un’offerta che va tra i 250 euro (chip minimo, cioè l’offerta minima) fino ai 4.999 euro ricevendo in cambio una percentuale di capitale sottoscritta che va tra lo 0.1% e lo 0.14%;
  • categoria B è per chi vuole fare un’offerta compresa tra i 5.000 euro e i 14.999 euro per una quota compresa tra lo 0.14% e lo 0.43%;
  • categoria C per importi superiori ai 15.000 euro.

In base alla categoria si può avere diritto di voto nelle assemblee ordinarie (categoria C) o in quelle speciali (categoria A e B), oltre ad avere dei benefit che vanno dal merchandising ufficiale fino agli accessi nell’area Hospitality passando per le maglietta autografata del vostro giocatore preferito.

Sfortunatamente il progetto, presentato sulla piattaforma web The Best Equity con scadenza 29 febbraio 2020, non ha raggiunto l’obiettivo prefissato di 500.000 euro (sono stati raccolti 15.000 euro scarsi), segno forse che i tempi in Italia sono ancora troppo acerbi e serve una forte politica di sensibilizzazione. Resta il fatto che il crowfunding, qualsiasi modello si voglia considereare, è un fenomeno capace di entrare prepotentemente nel mondo sportivo adattandosi alla perfezione.

Questo perchè si basa sul concetto della comunità in grado di giudicare positivamente o meno il valore di un progetto, dando risalto al capitale umano. Il tifoso quindi non è più un semplice spettatore pagante ma ha la possibilità di diventare un elemento attivo nella vita della società sportiva.

A cura di Marco Paoloni

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