Nba e fan engagement, rilancio Bucks con il Deer District

Nba e fan engagement, rilancio Bucks con il Deer District

[⏱️ Tempo di lettura: 3 minuti]

Tra sport e marketing, a Milwaukee si festeggia grazie alla squadra di pallacanestro che ha appena vinto le finals Nba. Da Ferdinand Lewis Alcindor jr, ovvero Kareem Abdul-Jabbar, al greco Giannis Antetokounmpo, dal 1971 a 2021: tanto hanno dovuto aspettare in Wisconsin per ritrovare il titolo, ma ne è valsa la pena. E mentre i ragazzi di Mike Budenholzer (coach che dal ’96 al 2013 ha fatto la gavetta nello staff di Gregg Popovich) scrivevano la storia, le attività locali facevano affari al pari del settore commerciale della franchigia che – mai come questa volta – ha beneficiato dei risultati sul parquet di una squadra che fino a pochi anni fa non godeva di capacità attrattiva per i giocatori e senza dubbio non brillava (15-67 è lo score del 2013 al primo anno di Giannis, che da rookie non poté molto ma che da lì a breve sarebbe diventato prima Greek freak e poi Mvp).

Ad esultare per le entrate economiche decuplicate grazie ai Bucks sono state soprattutto le attività dell’intrattenimento e della ristorazione nella zona del Wisconsin Entertainment and Sports Center (alias Fiserv Forum), palazzetto inaugurato nel 2017 che ha rimpiazzato il vecchio Bradley Center. Attorno alla nuova arena, infatti, negli ultimi mesi e in particolare nelle ultime settimane i responsabili del marketing hanno portato ad un livello successivo il fruttuoso esperimento sviluppato a Toronto con il Jurassic Park legato ai Raptors nel 2019 con Kawhi Leonard a fare impazzire i supporters all’esterno della Scotiabank Arena. E se banalmente si potrebbe anche ridurre tutto ad una piazza con maxischermo e maxi fan zone, in ambedue i casi si è trattato di molto di più. E c’è da scommeterci, ben presto tutto questo verrà studiato nei corsi di marketing negli States.

Il ‘Deer district’ di Milwaukee (nome derivante dal logo dei Bucks, il cervo), come già accaduto nel precedente canadese – a sua volta mutuato da iniziative legate alla squadra di hockey, sempre in quel di Toronto – per i tifosi è diventato un luogo di culto. E per gli addetti ai lavori è diventato il luogo in cui riscrivere letteralmente le regole del fan engagement, a partire dai watch parties organizzati al grido di ‘History in the making’. Dal reparto marketing della franchigia hanno parlato di numeri che hanno superato ogni sogno più selvaggio ed è comprensibile: in un’area destinata ad accogliere circa 20mila persone si è registrata un’affluenza sempre maggiore – fino al picco di 65mila tifosi per gara-6 contro Phoenix – che ha portato a dover moltiplicare praticamente ogni cosa (dagli schermi ai servizi) e a dover occupare gli spazi vicini al Bradley Center. Le presenze per l’ultimo atto delle finals, dentro e fuori (82mila), hanno reso il district la quinta città del Wisconsin.


Finita la stagione Nba, il Deer district a prescindere dalle gare di basket verrà sfruttato ancora e ospiterà anche altre manifestazioni e iniziative estive: intanto, però, si comincia con la festa per Antetokoumpo, Middleton e compagni. History made, ergo bagno di folla. E in Italia sappiamo cosa vuol dire celebrare i campioni dello sport, anche con una pandemia ancora in corso. A proposito, a fine aprile nei pressi del Fiserv Forum ci si poteva vaccinare prima della sfida ai Nets grazie all’unità mobile allestita dai Bucks in collaborazione con il Milwaukee Health Department. E magari nell’attesa venivano presi d’assalto il Drink Wisconsinbly Pub o il Mecca Sports Bar & Grill, tra le attività del distretto che ultimamente hanno lavorato di più. Perché quest’area è anche un vero e proprio hub, ricco di opportunità: it’s a neighborhood built for Milwaukee to live, work and play.

Dunque, anche se portato alla ribalta dalle recenti imprese dei Bucks, di fatto il Deer district era ed è una parte sempre più importante di Milwaukee, una città industriale del midwest che prova a farsi conoscere non solo per la presenza della Harley Davidson Motor Company o per aver portato in America il nativo di Sepolia (Atene). Aperta e chiusa parentesi, per Antetokoumpo servirebbe non un articolo bensì un libro a parte per raccontare la sua incredibile storia umana e sportiva: per il momento ci accontentiamo di inquadrarlo come simbolo presente e futuro della principale lega del mondo, destinato a raccogliere l’eredità (cestistica e probabilmente anche commerciale) dei vari Jordan, Kobe, Lebron e quindi a entrare nell’Olimpo – da buon greco – del basket mondiale.

Ti è piaciuto questo articolo?

Voto Medio 5 / 5. Numero di voti 5

Non perderti le novità!

Iscriviti alla nostra newsletter ed entra a far parte della community di Sport Marketing

Invalid email address