Il caso Juventus-Rihanna: perché la Serie A può imparare

Il caso Juventus-Rihanna: perché la Serie A può imparare

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Ormai è trascorso più di un mese da quel martedì 26 novembre in cui si disputò l’allora penultimo turno di Champions League, che come sempre regalò grandi emozioni: lo scontro all’ultimo sangue tra RealMadrid e PSG, il ko tecnico della StellaRossa contro il Bayern di Lewandowski, la prima emozionante vittoria dell’Atalanta ai danni della Dinamo Zagabria e ovviamente il gran gol su punizione di Dybala contro l’Atletico Madrid.

Ma, specie nell’ultimo incontro citato, c’era stato un momento in cui i riflettori dei media e dei social cambiarono obiettivo, che non comprese più il campo di gioco ma gli spalti dell’Allianz Stadium.

Si trattò dell’ospite d’onore della serata: stiamo parlando di Rihanna, una delle cantanti pop più importanti e famose degli ultimi 20 anni, in compagnia del fratello minore Rorrey, nonché proprietari della casa fashion-luxury FENTY.

Quello che a noi interessa però non è tanto cosa lei facesse là, alla fine non è certo un “miracolo” o comunque una novità se un vip si presenta a vedere una partita della propria squadra del cuore, quanto il caso in sé della Juventus e quanto è brava a gestire la comunicazione del brand tramite gli ospiti della serata, ovvero gli influencer e i vip.

Ma andiamo con ordine. Ho individuato tre principali mosse della Vecchia Signora che la rendono sempre di più un passo avanti anche fuori dal campo di gioco rispetto alle concorrenti in Serie A.

1. Mi casa es tu casa: ovvero come tradurre la UserCenteredContent nella vita reale

I padroni di casa hanno infatti accolto in grande stile i due ospiti con classe, materiale personalizzato e la presenza mediatica nei propri social. Il ringraziamento di queste azioni incentrate sulla persona “Vip” si concretizza con materiale dell’azienda Juventus nei propri canali e visti i 77 milioni di follower di Rihanna, direi che fanno comodo ad una squadra che ne possiede la metà, no?

Rihanna Juventus Stadium
Post di Rihanna con la maglia Juventus e di fianco il fratello con la stessa maglia ma con scritto la loro marca di abbigliamento FENTY, importante segno di rispetto e approvazione dei valori dell’azienda bianconera sia sportivi che di stile.

2. Ampliare il target finale-tifoso

La Juventus vuole essere al centro di tutto: calcio, digital, moda. Possiamo dimostrarlo anche dalla collaborazione con Palace e la creazione di una limited edition della propria maglia da gara al prezzo di 200 euro ciascuna (con un sold out in 24 ore).

Con Rihanna invece non viene proposto nulla (forse?) ma, diversamente, affianca due brand che sulla carta sono distanti: Juventus, principalmente tradizione e sport, e FENTY, abbigliamento fashion e vita mondana/lussuosa (un capo arriva anche a costare 5000 euro).

Quindi prima una collaborazione streetwear e successivamente l’amicizia con i portavoce del luxury-fashion, due modi di comunicare diversi ma potenti in ogni caso perché a prescindere dai brand con cui si parla, vengono tradotti con fatti: maglia da gara Limited Edition da una parte e accoglienza lussuosa dall’altra.

3. Il 13simo uomo sul campo

La potenza della Juventus in Italia è tale per diversi motivi:

  • Stadio nuovo, lussuoso e moderno
  • Investimenti sul mercato per la squadra
  • Investimenti sulla comunicazione dei propri valori aziendali

Queste azioni portano ospiti, i quali accolti si affezionano e si trasformano in “fan”. Fan che possono avere poche centinaia di migliaia di follower oppure averne milioni, i quali pubblicano post e storie sui social per conto della squadra, taggandola e portando alla squadra nuovi tifosi, clienti e potenziali altri influencer e Vip.

Fratello Rihanna Juventus
Post del fratello Rorrey dove viene inquadrato con la maglia e tuta Limited Edition JxPalace, insieme alla sorella Rihanna mentre si fa un selfie.

Queste situazioni e azioni della Juventus si dimostrano efficaci in termini di reputazione perché i media, i social, i tifosi e i clienti indiretti ne parlano anche fino al giorno dopo e più della partita in sé che si è disputata.

Ma soprattutto dimostra per l’ennesima volta come in Italia, oltre che questo sia un caso unico di comunicazione, la Juventus non vince solo sul campo come squadra con i propri giocatori, ma anche come valori aziendali con il saper cogliere il momento giusto e investendoci con la giusta convinzione e comunicazione a riguardo.

A cura di Leonardo Tiene

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